Sant'Ambrogio Vescovo e Dottore della Chiesa
Ambrogio nasce in una nobile famiglia di cristiani a Treviri (Germania) nel 339 circa.
Il padre è un prefetto dell’Impero romano. Si narra che quando era neonato uno sciame di api si sia avvicinato alla sua bocca, presagio di un futuro grande oratore.
Il santo, dalla corporatura esile, i capelli ricci e neri, brillante studente, diventa avvocato. Nel 370 viene nominato governatore di Liguria ed Emilia e poi dell’Italia settentrionale con sede a Milano, allora capitale dell’impero, dove si susseguono duri scontri tra cattolici, pagani e ariani.
Quando il vescovo ariano della città Aussenzio muore, il popolo si riunisce per eleggere il suo successore. Sul nome del prescelto nascono dissidi tra cattolici e ariani.
Ambrogio cerca di calmare gli animi in qualità di funzionario imperiale. Mentre parla alla folla un bambino grida «Ambrogio vescovo!». Così, con suo immenso stupore, il 7 dicembre del 374, Ambrogio si vede acclamare vescovo anche se non è stato ancora battezzato.
Accetta il nuovo incarico sentendosi indegno, pensando di seguire la volontà di Dio. Si fa battezzare, dona le sue ricchezze ai poveri, conduce vita umile, digiuna, prega e si mette a studiare la Bibbia, scrivendo libri di grande valore.
Ambrogio diventa una guida importante per i cristiani. Nonostante la sua salute sia cagionevole, è attivo nel diffondere la “Buona Novella” cioè il Vangelo.
Difensore dei deboli vende anche i calici d’oro per riscattare gli schiavi. È il più bravo oratore del suo tempo ed artefice della conversione di Sant’Agostino. Il vescovo è un abile diplomatico e, appoggiato dal popolo che lo ama per la sua bontà, risolve i contrasti tra ariani, pagani e cattolici e lotta contro i potenti, come l’imperatore romano Valentiniano II e sua madre Giustina di religione ariana.
Sant’Ambrogio induce, poi, gli imperatori Teodosio I, Graziano e Valentiniano II a proclamare religione di Stato il Cristianesimo (Editto di Tessalonica del 27 febbraio 380) e nel 390 ottiene il pentimento pubblico dell’imperatore Teodosio I, in seguito al feroce massacro di innocenti compiuto a Tessalonica (odierna Salonicco, Grecia).
Sant’Ambrogio muore a Milano nel 397 e qui viene accolto, nella basilica a lui intitolata.
Patrono di Milano e della Lombardia, proclamato dottore della Chiesa, è il primo ad introdurre i canti sacri come forma di preghiera per implorare, lodare, ringraziare. Compone inni in uno stile musicale da lui ideato chiamato “Canto ambrosiano”. Protegge gli apicoltori e i vescovi.